Le pagelle della quarta serata di Sanremo 2021: i promossi e i bocciati tra le Nuove Proposte e i Campioni del Festival della canzone italiana.
Quarto appuntamento del Festival di Sanremo. Dopo la scorpiacciata di buona musica con la canzone d’autore, maltrattata da qualcuno, glorificata da molti altri, si torna ad ascoltare gli inediti, per cercare di farsi un’idea di chi potrà portare a casa la vittoria. E intanto tra i Giovani abbiamo già il nome del trionfatore. Ecco i promossi e i bocciati.
Sanremo 2021: le pagelle delle Nuove Proposte
Davide Shorty: 8
L’unico artista che fa un duetto con se stesso, scindendo il suo lato soul da quello hip hop. Il brano funziona che è un piacere e Shorty lo canta con grande scioltezza. Vince il premio della Sala Stampa. Doppelganger.
Folcast: 7
Tutta l’intensità di una ballata dalle venature black evidenti, interpretata con convinzione. Persuasivo.
Gaudiano: 7
Ha il brano meno ‘moderno’ ma anche il più personale, lo canta con trasporto, forse anche troppo. La sua voce ha però dei colori molto intriganti, e viene premiato con la vittoria. Perturbabile.
Wrongonyou: 7
Suo invece il brano più attuale, scritto bene e cantato come meglio non potrebbe. Avrebbe meritato qualcosa in più, ma porta a casa il premio della Critica. Un Big mancato (per ora).
Sanremo 2021: le pagelle dei Campioni
Annalisa: 7
Sempre bravissima, con un brano che prende consistenza dopo qualche ascolto, specialmente nell’inciso, meno nelle strofe. Ambiziosa.
Aiello: 6
La sua cifra stilistica non cambia rispetto alla prima sera, nonostante la pioggia di critiche ricevute. Il pezzo è però accattivante e non meriterebbe le posizioni meno nobili della classifica. Caparbio.
Maneskin: 8
I quattro fuori di testa di questa edizione si confermano gasati, carichi e spinti da quel menefreghismo che li ha contraddistinti fin dagli esordi. Elettrizzanti.
Noemi: 6
La ballata intensa tiene purtroppo a freno la potenza della sua voce sporca. Forse avrebbe dovuto puntare su un brano differente. Contenuta.
Orietta Berti: 7
Voce educatissima, Orietta è già un classico di questo Festival, nonostante l’età e qualche gaffe fuori dal palco. Straripante.
Colapesce e Dimartino: 6
La coppia sicula di questo Festival continua a portare leggerezza e la piacevolezza di un brano costruito bene, ma la performance di stasera dà la sensazione di essere più spenta rispetto alla prima. Affievoliti.
Max Gazzè: 8
Max-Dalì, senza la Trifluoperazina stasera, canta con grande classe nel vestiario e nelle pose. In passato ha presentato canzoni migliori, ma Gazzè è un personaggio che fa tanto bene al Festival. Istrionico.
Willie Peyote: 8
Mettere Willie dopo Gazzè è una cattiveria dal punto di vista scenico, ma la forza delle barre di Mai dire mai è tale da non necessitare di troppi orpelli. Intellettuale alternativo.
Malika Ayane: 7
Con gli ascolti il brano di Malika non perde appeal, anche se manca l’effetto sorpresa. Oggi meno precisa, ma la classe e l’eleganza non mancano. Chic.
La Rappresentante di Lista: 8
Amare è una canzone e tante canzoni allo stesso tempo. Veronica canta ancora una volta con espressività e disinvoltura, ma è l’insieme a fare la loro forza. Poliedrici.
Madame: 7
Lei e il brano crescono in simbiosi. Altra prova superata per un talento ormai pronto a sbocciare del tutto. Predestinata.
Arisa: 7
Ci mette se possibile ancora più intensità drammatica rispetto alla prima sera, ma a differenza di altri il suo pezzo non decolla. Disperata.
Coma_Cose: 5
Carini loro, pezzo super-orecchiabile. Però la fiaba romantica in salsa indie proprio non riesce a farsi prendere sul serio. Quota San Valentino.
Fasma: 6
Il pezzo non è un capolavoro, ma si lascia apprezzare già al secondo ascolto. Non pecca particolarmente, se non per un tremore forse eccessivo. Emotivo.
Lo Stato Sociale: 7
Bravi a non replicare l’esibizione della prima serata, provano a variare sul tema riuscendoci in parte. Il pezzo perde mordente al secondo ascolto, ma la loro attitudine resta contagiosa e allegra. Giocondi.
Francesca Michielin e Fedez: 5
La paura della prima sera è quasi un ricordo, ma il pezzo mostra ad ogni ascolto nuova banalità. Prevedibili.
Irama: sv
Extraliscio feat. Davide Toffolo: 7
Bianca luce nera è ricca di sfumature che meritano più di un ascolto per essere apprezzate. Ad ogni modo Mirco e Davide calamitano lo sguardo e sono un piacere da ascoltare. Extravaganza.
Ghemon: 7
Momento perfetto è un bel pezzo, con uno degli incisi migliori di questa edizione. L’esibizione varrebbe almeno un 8, ma togliamo un punto a Ghemon per le movenze imbarazzanti e qualche ingenuità di troppo nel testo. Soul nel sangue.
Francesco Renga: 6
A Renga piace rischiare. Forse anche troppo. L’arrangiamento di Quando trovo te è ammirevole, ma l’esecuzione si presta a troppe imperfezioni dal vivo (anche con il bis, necessario ma non troppo). Spericolato.
Gio Evan: 5
L’esecuzione di Gio è talmente personale che probabilmente la capisce solo lui. Ha una cifra stilistica particolare, ma il testo si perde in immagini non molto originali. Più fumo che arrosto.
Ermal Meta: 7
Il grande favorito si presenta sul palco con una tranquillità che si trasforma in emozione. Un milione di cose da dirti è un pezzo troppo classico, ma si lascia apprezzare senza fatica e stasera funziona bene, nonostante l’ora tarda. Inarrestabile (?).
Bugo: 6
Far cantare Cristian trenta secondi dopo Ermal è un po’ maligno, ma se non si fa caso all’intonazione immedesimarsi con il proprio fanciullo interiore nel testo di E invece sì è un esercizio semplice e anche molto utile. Incompreso a se stesso.
Fulminacci: 6
Un giovane cantautore ancora in cerca della sua essenza più profonda. Lasciamolo crescere con calma, senza bruciarlo. Credibile.
Gaia: 5
L’abbassamento di voce della mattinata sicuramente la condiziona, ma è meno sicura delle altre sere. Il problema però è nel brano: onesto, ma senza prestese. Fuori stagione.
Random: 5
Mettiamola così: vedere Wrongonyou tra le Nuove Proposte e Random tra i Campioni lascia il sapore dell’ingiustizia. Sovrastimato?
Sanremo 2021: le pagelle degli ospiti
Achille Lauro: 5
Il quarto ‘quadro’ di Lauro è il più prevedibile, sa di già visto, compreso il bacio a Doms e l’inno di Mameli-Marcia nuziale. L’elemento novità è Fiorello, che non migliora la performance, anzi. Ripetitivo.
Mahmood: 8
A Sanremo 2019 erano presenti sia Lauro che Mahmood. Uno ha preso una strada fatta più d’apparenza che di sostanza, l’altro ha proseguito su un percorso personale, con uno stile unico e inimitabile. Il suo medley è già ricco di classici moderni. Sovrastante.
Alessandra Amoroso ed Emma: 6
Rispetto alle due ragazzine uscite da Amici Alessandra ed Emma sono cresciute, e molto. La loro comfort zone continua però a non premiarle. Monotone.
Enzo Avitabile, i Bottari, Fiorello e Amadeus: 6
Il 6 finale è la sintesi perfetta tra l’8 pieno di Enzo e i Bottari, e il 4 in due di Fiorello e Amadeus che dissacrano un capolavoro di Carosone con la loro ingerenza. Perché?
Alessandra Amoroso: 7
La serata delle cover era ieri, ma per ascoltare un bel brano c’è sempre tempo, e Una notte in Italia di Fossati è un gran bel brano, denso di significato dopo il monologo sui lavoratori dello spettacolo. Intensa.